Il pianeta delle scimmie

Charlton Heston è George Taylor, uno dei quattro astronauti di una missione spaziale la cui astronave precipita su un pianeta remoto, apparentemente privo di vita intelligente.

L’unica donna dell’equipaggio muore subito e i tre uomini rimasti sono costretti ad errare senza meta su quel pianeta sterile. Solo due cose restano alla compagnia: cibo e acqua per sopravvivere una settimana, e tantissimo tempo per pensare alla loro tragica situazione: potrebbero essere gli ultimi uomini rimasti nell’universo; e comunque in ogni caso, saranno destinati a estinguersi.

La situazione cambia quando si scopre che una specie vivente simile all’uomo è presente sul pianeta ma non solo: che gli uomini sono sottomessi da esseri simili a scimmie, che sono di fatto i dominatori del pianeta.

A distanza di decenni, questo primo capitolo (tratto dal romanzo omonimo di Pierre Boulle), della famosa saga delle scimmie, mantiene intatto il suo fascino e la sua lungimiranza, forte di dialoghi intelligenti e significativi, dei costumi e dei trucchi accurati e realistici (premiati con un oscar), e di uno script vincente, avvincente e mai pesante, pur ponendoci continuamente di fronte a riflessioni sulle conseguenze dell’intelletto e della natura nietzschiana dell’esistenza, che si snoda attraverso l’evoluzione dei protagonisti, fino al finale (scena rimasta nella storia), dove viene svelato il destino di Taylor.