Le pagine della nostra vita

Accogliendo la richiesta di Livio, amico e lettore del blog, ho visto ieri sera Le pagine della nostra vita (The Notebook), film di Nick Cassavetes tratto dall’omonimo romanzo di Nicholas Sparks.
Era tanto che non vedevo un film d’amore così; la storia di un amore difficile, quasi impossibile, che fra innumerevoli difficoltà alla fine non può fare altro che trionfare. Un film edificato con mattoni stuccati da buoni sentimenti, dove l’amore supera tutti gli ostacoli che la vita gli pone di fronte. Uno di quei film che guardi fra le braccia della donna che ami senza pensare al fatto che in fondo si tratta sempre della solita minestra riscaldata, che ogni fotogramma che stai guardando è stato progettato proprio perché tu sia lì, in quel preciso momento, congiunto alla tua bella che, commossa, si stringe forte al tuo petto in attesa di sentirsi amata e protetta.

Tecnicamente il film è abbastanza riuscito: buona regia, bella fotografia. Ma il ritmo è lento, la trama scontata, la colonna sonora quasi anonima. Tuttavia è interessante notare come la pellicola abbia abbia avuto ottimi giudizi da parte del pubblico. Su Filmup addirittura è valutato 9/10 (Odissea nello spazio di Kubrick attualmente è fermo a 8/10).

Il buonismo mieloso di Sparks elevato al cubo dal regista, evidentemente ha colpito nel segno, distogliendo gli occhi dello spettatore comune. A me comunque interessa dire due parole sul tema dell’amore. L’apice del melodramma patetico si raggiunge quando la madre della ragazza dice:

Tu hai 17 anni, non sai niente dell’amore!

Frase che ho sentito dire molte volte e prova evidente che la maggior parte delle persone non ha la più pallida idea di cosa sia l’amore. Quale periodo della vita potrebbe essere più efficace per coltivare la caratteristica irrazionalità che l’amore richiede se non l’adolescenza?

Ma vorrei farvi riflettere in particolare su una frase pronunciata all’inizio della proiezione dal protagonista maschile, il vecchio Duke; l’ammasso più denso e puzzolente di pateticità che ho riscontrato negli ultimi anni di visioni cinematografiche:

Non sono una persona speciale Sono un uomo normale, con pensieri normali e ho vissuto una vita normale. Non ci sono monumenti dedicati a me, il mio nome presto sarà dimenticato; ma in una cosa sono riuscito in maniera assolutamente eccezionale: ho amato una donna con tutto il cuore e tutta l’anima e per me questo è sempre stato sufficiente.

Patetico, oltre che stupido, l’annientamento totale dell’individuo. Da vietare ai minori.