Finalmente ho colmato una lacuna e ho visto The Artist, gran rivelazione della cerimonia degli Oscar 2012. Il film è veramente bello e amabile, soprattutto per chi riesce a cogliere i riferimenti e gli omaggi alla storia del cinema. Certo più che per la sceneggiatura, colpisce per l’impatto nostalgico che riesce a creare, ricostruendo nel cuore un feeling mai dimenticato, permettendo ad appassionati e non, di assaporare il gusto retrò del cinema muto della vecchia scuola. Insomma un omaggio al cinema che ho ben gradito, con un Jean Dujardin veramente eccezionale. Ma da quì a scippare l’oscar come miglior film a un lungometraggio d’inenarrabile bellezza come The Tree of Life, ce ne passa di acqua sotto ai ponti.
Il 2011 è stato decisamente un annus mirabilis per il cinema; e se la mancata premiazione del capolavoro di Malick fa storcere il naso, mi duole il fegato ricordare ancora una volta la mancanza anche solo di nomination per film di eccezionale bellezza come: Melancholia (Von Trier), Il cavallo di torino (Tarr), Faust (Sokurov), Drive (Refn), Shame (McQueen), e lo stesso Michael Fassbender sorprendente interprete protagonista di quest’ultimo.
Del resto c’era da aspettarselo dall’Academy. Se l’eleganza, l’hype e la curiosità che si creano intorno alla manifestazione sono certamente una cosa bella e positiva per il cinema, non è certo la prima volta che film, registi e interpreti di incontestabile qualità vengono messi da parte… e non sarà nemmeno l’ultima.