Eluana Englaro era in coma da 17 anni a seguito di un incidente stradale avvenuto nel 1992 al ritorno da una festa a Pescate, paese alle porte di Lecco. Come ormai tutti sanno, soprattutto in Italia, ma anche nel resto del mondo, il caso Englaro ha avuto una forte risonanza mediatica e politica per quanto riguarda la questione della fine della vita. Ovviamente nel bel paese ne hanno tutti approfittato per fare i propri interessi!
Il problema Cattolico
Ecco cosa è accaduto: una parte dell’opinione pubblica, ovviamente vicina alla chiesa cattolica, si è opposta all’interruzione dell’alimentazione artificiale della ragazza, gridando allo scandalo e all’eutanasia. Alcuni altri (evidentemente con un poco più di sale in zucca) comprendendo la situazione della ragazza e la sua volontà nel non voler vivere una vita in quelle condizioni, si sono schierati a favore.
Il punto fatidico della questione è: Eluana era in un letto da 17 anni, ferma, immobile, in stato vegetativo permanente; lasciare che un ‘vegetale’ immobile da quasi un ventennio smetta di respirare si può chiamare eutanasia? Tutti a parlare di assassinio, a dire: “povera Eluana, lasciatela vivere”. Vivere. Ma di quale vita stiamo parlando? Tutta questa banda di catto-moralisti ha davvero stancato; Mettiamo pure che Eluana si fosse svegliata un giorno, cosa credevano? Che dopo 17 anni, un essere umano rimasto nel letto così tanto tempo, ormai completamente privo di qualsiasi autonomia, capacità di movimento e cognizione, si fosse alzato il giorno dopo saltellando e dicendo: “wow, che bello, mi sono svegliato!! Yahoo!”.
Ma se io addirittura quando dormo più del solito mi alzo irritato e sento di aver buttato via una giornata della mia vita. Un giorno. Stiamo parlando di 17 anni.
Il problema politico
La verità è che ci hanno marciato tutti, primo fra tutti lo psiconano, che non perde occasione per pretendere di voler andare oltre la legge. Eluana è solo un pretesto, il suo pretesto per fare affari, per uccidere definitivamente una giustizia già moribonda. La questione non era salvare Eluana, ma cancellare una sentenza definitiva della magistratura con un decreto (che addirittura anche il Capo dello Stato si rifiuta di firmare) e immediatamente dopo con un disegno di legge, snobbando dunque la decisione della più alta carica dello Stato.
Ma del resto si sa bene: per Berlusconi e i suoi leccapiedi non è importante la democrazia, ma solo gli interessi personali. A loro importa che il governo possa annullare una sentenza tramite un semplice decreto, così che in futuro se a un cittadino non piace una sentenza, ecco che si potrà annullare a piacimento.
Mettetelo bene in testa: non c’è stata alcuna corsa contro il tempo, nessuna battaglia fra la vita e la morte; è sempre il solito problema di un Parlamento debole, che a favore degli aumenti di stipendio e degli interessi personali, si scorda di fare una legge ad hoc sul testamento biologico; è sempre la solita storia della Chiesa che continua a impicciarsi con violenza di questione politiche riguardanti un paese estero.
Niente di nuovo sotto ai ponti.