Renzi vs Zagrebelsky è stato uno scontro impari. Uno ha parlato come un professore, l’altro come un politico. Alla fine pochi hanno davvero la competenza necessaria per comprendere la riforma nella sostanza.
Tutti, d’altra parte, faranno il tifo in base a simpatie e credenze politiche. Attenzione, quasi nessuno leggerà davvero la riforma e, ripeto, quasi nessuno (tranne chi è competente in questo campo di studi) riuscirà a comprendere sul serio di cosa parla e delle conseguenze. Semplicemente perché le questioni complesse, così come le ragioni dei saggi, sono estremamente difficili da comprendere e richiedono approfondimenti ben più profondi di quello di uno show televisivo del venerdì sera.
Nulla da dire sul Si o No di Mentana su La7, trasmissione televisiva decisamente interessante e stimolante, anche se molti si saranno addormentati. Ma è proprio quello di cui stiamo parlando:
Retorica (efficace e televisiva) contro dissertazioni (noiose e complesse).
Ciò che intendo dire è che prima di votare al referendum nessuno leggerà davvero la riforma costituzionale Boschi/Renzi (ma qualcuno potrebbe dire Renzi/Verdini) e ripeto, nessuno, tranne coloro che sono estremamente competenti in questo campo di studi, riusciranno a comprendere sul serio e in profondità di cosa parla la riforma e le sue conseguenze sul paese. Conseguenze che non sono certe ma solo supposte.
Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione
#SioNo
— Alcide De Gasperi
Questi stessi che non capiranno, ovvero la maggioranza, voteranno insieme agli altri il referendum costituzionale del 4 dicembre.