La pazzia negli individui è qualcosa di raro, ma nei gruppi, nelle nazioni e nelle epoche, è la regola.
Friedrich Nietzsche
L’Europa non si presenta come qualcosa di unificato, non possiede un vero ecosistema politico o religioso omogeneo, anzi, una delle poche cose in comune ai popoli europei è la tendenza all’isolamento, all’ossessivo istinto di conservazione delle tradizioni dei singoli stati.
Un governo soltanto economico e non politico è destinato al fallimento, sebbene in Europa, essendo il capitalismo la potenza che domina sulle altre (democrazia compresa), era prevedibile si concretizzasse. Come può sopravvivere un’Europa neanche lontanamente intesa dalla collettività come Repubblica, cioè come Cosa Pubblica? L’America, che aveva un’identità collettiva infinitamente più radicata, ha dovuto affrontare dure e sanguinose guerre civili per arrivare ad essere la nazione che conosciamo.
Quale cittadino alla domanda: “Di dove sei?”, risponderebbe “Sono Europeo”? Nessun americano direbbe “Sono californiano”. L’americano direbbe: “Sono Americano!”. Se qualcuno ha davvero pensato di tenere insieme popoli tanto diversi, così culturalmente arretrati da non riuscire ad accettare nemmeno le diversità regionali interne dei singoli stati (come quella tra nord e sud), ebbene costui non è altri che uno stolto.
Com’è stato possibile questo degrado culturale dei popoli? Che tutta la cultura europea risieda ormai totalmente nella sua storia antica, nei dipinti, nelle sculture e nei palazzi secolari? Così maestosi eppure così decadenti.
Se si voleva davvero un’Europa Unita, era necessario dare vita agli Stati Uniti d’Europa, intesi come Nazione, insegnando al popolo europeo ad essere Il Popolo Europeo, con una sua lingua ufficiale, un suo parlamento sovrano e un suo ordinamento politico e giuridico.
Questo non poteva e forse non può accadere. Troppo limitata è la visione dei cittadini dell’Europa, fragile e vetusto contenitore di identità apparentemente divergenti, portatore sano della malattia suprema della Fede nella nullità delle cose.
Se la salvezza dell’Europa è una questione di potenza, allora la salvezza può farsi avanti solo se si recidono le radici giudaico-cristiane dell’Europa. Questo processo non è un auspicio, un progetto, un consiglio che vien dato a quanti hanno potere: questo processo è già in atto.
Emanuele Severino
A una mente poco avveduta può sembrare una questione del tutto estranea, invece è il vero cuore, la vera radice di ogni problema. Perché finché l’occidente non ucciderà definitivamente il vecchio Dio del Nulla, eleggendo finalmente la Tecnica guidata dalla Scienza Moderna come Dio e Salvatore supremo, cioè come entità politica, economica e sociologica dominante, non si compierà alcun passo verso l’emancipazione dalle limitanti tradizioni della vecchia Europa, così grande eppure così penosamente rinchiusa in se stessa.
La vita è fatta di rarissimi momenti di grande intensità e di innumerevoli intervalli. La maggior parte degli uomini, però, non conoscendo i momenti magici, finisce col vivere solo gli intervalli.
Friedrich Nietzsche
Finché i popoli del vecchio continente non saranno culturalmente in grado di fondare un nuovo Rinascimento, dando vita a un periodo di lunga prosperità culturale, politica e scientifica destinato ad essere applaudito per secoli e secoli dai nostri posteri, allora l’Europa continuerà ad essere quella che è oggi: un’opera incompiuta.
Postille
Il mio non è un discorso anti-europeista. Quando parlo di destinazione al fallimento, non auspico il fallimento dell’Europa, tento di mostrare ciò che mi appare inevitabile in conseguenza di sciagurati comportamenti e scelte fatte nel corso degli ultimi decenni dai governanti e dai popoli europei.
No, non sono cristiano, ma nemmeno anti-cristiano. Vado solo indicando il percorso virtuoso che i popoli dovrebbero intraprendere, cioè un percorso tecnocratico piuttosto che democratico, cristiano o capitalistico. I motivi per i quali mi appare necessario attuare al più presto una solida tecnocrazia sono spiegati meglio in questo articolo.