Siamo bombardati. Altro che guerra fredda… doccia fredda! Per chi? Per tutti noi cittadini italiani. Ci spruzzano continuamente addosso un candido getto di letame puzzolente. Ci sparano addosso direttamente con quell’aggeggio che abbiamo visto a volte nelle galere dei film americani. Tanto è questo che siamo: carcerati, ostaggi di questa politica delle puttane, dei furbetti e degli stronzi, tanto per citare i leghisti; e loro sono in prima linea, che di letame ne hanno tanto!
Non importa se sei un avversario o un alleato che cerca di trovare uno spiraglio per il suo futuro politico come Fini, capace addirittura di sminuire la sua stessa legge sull’immigrazione che tanto aveva difeso. Il trattamento è lo stesso. E per gli extra-comunitari? Bossi è chiaro:
“Ai barconi che arrivano sulle coste? Cannonate!!” (Umberto Bossi)
Intanto l’ardimentoso pseudo-ministro della giustizia e affini compari del Presidente del Consiglio continuano a confezionarci balle su misura! Fossero almeno balle costruite bene: no! Sono cazzate al di fuori di ogni logica umana. Alfano prima dice che bisogna fare il decreto ammazza-processi perché in media durano troppo, più di sei anni! Poi ci dice che però ne ammazzerà solo l’1%. Ma se sono più della metà a durare troppo come fanno ad essere l’1%? Ci prendono per il culo. Lo sanno anche i castori che quel decreto serve solo a salvare Berlusconi.
Letame, stronzi, balle, insomma un bel frappè di merda da farci ingurgitare! Fortunatamente non nel silenzio assoluto. E lo testimonia con forza l’intervento di Carlo Azeglio Ciampi, anche lui stufo dei comportamenti criminali della casta e dell’accondiscendenza di Napolitano.
“Viviamo un tempo triste. Negli anni finali della mia vita, non immaginavo davvero di dover assistere ad un simile imbarbarimento dell’azione politica, ad una aggressione così brutale e sistematica delle istituzioni e dei valori nei quali ho creduto…” (Carlo Azeglio Ciampi)
Queste sono le amare parole del Presidente emerito della Repubblica Ciampi, senatore a vita, ex banchiere. Non Marco Travaglio, non Beppe Grillo. Uno che, al tempo, pur avendo respinto al mittente più di una legge vergogna dell’ex governo Berlusconi, ha approvato il decreto salva-Rete4 che adesso ci costa un occhio della testa e sanzioni salatissime dal tribunale europeo. Ma evidentemente anche per lui è troppo. Siamo al limite, un limite che non va assolutamente superato. Se continua così ci aspettano anni molto duri. Sono in gioco, non solo i pilastri fondamentali della nostra costituzione, ma l’etica morale di un paese libero e democratico.
Ciampi va oltre: – “Io non dò consigli a nessuno, meno che mai a chi mi ha succeduto al Quirinale”. Poi però li dà eccome: “Il capo dello Stato, tra i suoi poteri, ha quello della promulgazione. Se una legge non va, non si firma”. E ha ragione, perché la funzione di tutore della costituzione è intrinseca dei compiti del Capo dello Stato, che può, anzi, deve, con un messaggio motivato alle camere, rimandare una legge che ritiene non rispetti certi canoni.
Strano, perché ricordo che Napolitano affermò, alla domanda legittima di un cittadino sul perché firmasse: – “Tanto, se non firmo una legge, me la rimandano uguale”. Ora Ciampi, noto bolscevico, ex-rivoluzionario, invita Napolitano a riflettere attentamente sulle conseguenze delle sue azioni:
“Non si deve usare come argomento che tanto, se il Parlamento riapprova la legge respinta, il presidente è poi costretto a firmarla. Intanto non si promulghi la legge in prima lettura, per lanciare un segnale forte a chi vuole alterare le regole, al Parlamento e all’opinione pubblica”. (Carlo Azeglio Ciampi)
Anche perché se una legge continua a violare i principi costituzionali, il Presidente ha il dovere di rifiutarsi di promulgarla e dimettersi.
Proprio oggi (come mi aspettavo), il parlamento ha respinto la richiesta di autorizzazione all’arresto di Nicola Cosentino, sottosegretario alle finanze del governo Berlusconi, per concorso esterno in associazione camorristica. La casta si è nuovamente auto-assolta. Forse le poltrone sono davvero più importanti della libertà e della giustizia.