Analisi del Movimento 5 stelle Indagine fenomenologica e analisi della società contemporanea

In questo breve trattato tenterò di analizzare al meglio il contesto storico e contemporaneo della società, al fine di comprendere le reali motivazioni della nascita e del successo del Movimento 5 Stelle. Viaggerò a ritroso, parlando di fatti presenti e passati fondamentali e ponendo l’attenzione, più che sulle azioni da compiere per risolvere i problemi, sui ragionamenti necessari per riuscirci. Perché i pensieri sono l’anima delle azioni.

Nota: articolo scritto nel marzo del 2013.

Le due forze predominanti: capitalismo e democrazia

La parola d’ordine per comprendere i fenomeni sociali è “scopo”, perché gli scopi guidano le azioni, anzi, gli scopi sono l’essenza delle azioni.

Due azioni apparentemente simili possono differire in base allo scopo, che determina i modi e le azioni necessari per raggiungerlo.

Qual è lo scopo del medico? Quello di guarire i malati. Eppure, egli offrirà un servizio qualitativamente diverso da un altro medico che, invece, abbia come scopo primario quello di arricchirsi. Per quanto le loro azioni possano essere simili, e il loro titolo di studio identico, il loro agire avrà una spinta motivazionale differente che si rifletterà sul loro operato.

Quali sono gli scopi del singolo individuo? E quali sono, invece, gli scopi delle grandi potenze che attualmente dominano la scena mondiale?

Scopi di democrazia e capitalismo

Democrazia (dal greco demos: “popolo”, e krateo: “comando”) significa governo del popolo. E cos’è un popolo? Tra le tante sfumature che definiscono il termine, possiamo tutti concordare sul fatto che la parola “popolo” è associabile a un certo gruppo di individui che, per svariate motivazioni culturali o geografiche, decide di identificarsi come tale.

Un’entità organizzata di individui pone come suo scopo, innanzitutto, il benessere dell’entità stessa. La democrazia, dunque, è quel potere che si pone come scopo principale l’affermazione dei diritti fondamentali di quel popolo che decide di auto-governarsi in maniera democratica.

Ma la democrazia non è l’unica “forza” presente sulla scena mondiale.

Il capitalismo, per esempio, è la seconda delle grandi forze che oggi dominano il panorama socio-culturale.

Cosa significa capitalismo? La risposta è ancor più complessa, ma, di nuovo, possiamo concordare sullo scopo principale del capitalismo: generare profitto. Il capitalismo può operare se e solo se è possibile trarre profitto da una situazione. Tutti gli altri scopi secondari sono subordinati ad esso.

La terza grande forza: la tecnica

Grandi maestri del pensiero come Friedrich Nietzsche o Emanuele Severino sanno bene che la forza più potente, quella destinata a dominare il nostro futuro su tutte le altre, è la tecnica guidata dalla scienza moderna.

Così come nel medioevo il Dio (morto) degli uomini era quello delle credenze religiose, così oggi la scienza si presenta come nuovo Dio, una fede suprema che tenta, con metodo scientifico-matematico, di rispondere a tutti gli interrogativi. Così come nei tempi antichi tutto il mondo, dalle arti all’ordinamento politico, ruotava attorno al concetto di religione, così oggi la società e le arti girano intorno al progresso di scienza e tecnologia.

L’altro grande mezzo che guida il nostro vivere quotidiano è il denaro.

Ecco che si palesano chiaramente le due grandi forze predominanti del ventunesimo secolo: capitalismo (denaro) e tecnica (scienza e tecnologia).

Capitalismo e tecnica: mezzi o forze?

È facile commettere l’errore di pensare che tecnica e capitalismo siano semplici strumenti nelle mani dell’uomo. Questa credenza venne confutata ampiamente da Hegel in “Scienza della logica” (1812):

  1. Adam Smith riteneva che la ricchezza delle nazioni fossero i beni. Non sarà più così, il primato non spetterà più ai beni ma agli strumenti: i beni si consumano velocemente mentre gli strumenti producono altri beni, dunque la vera ricchezza va visualizzata negli strumenti.
  2. Quando un fenomeno aumenta quantitativamente, non si ottiene solo un aumento quantitativo ma anche un aumento qualitativo del paesaggio che lo contiene.

L’esempio fatto è quello della casa: se buttiamo sul pavimento un secchio d’acqua, continua ad essere una casa con il pavimento bagnato. Ma se uno tsunami la inonda, la casa non è più una casa: viene sopraffatta e modificata radicalmente nel suo paesaggio (aumento qualitativo).

Karl Marx riprese questo pensiero Hegeliano affermando: “Tutti considerano il denaro come un mezzo che ha lo scopo di produrre beni per soddisfare determinati bisogni. Ma se il denaro è la condizione universale per soddisfare qualsiasi bisogno e per produrre qualsiasi bene, il denaro non è più un mezzo, ma il primo scopo (aumento qualitativo), per ottenere il quale poi si vedrà se soddisfare determinati bisogni e in che misura produrre dei beni”.

Mezzo e scopo collidono fino a capovolgersi e ciò che era un semplice mezzo diventa il fine ultimo, per ottenere il quale si sacrificano tutti quelli che inizialmente erano gli scopi da perseguire.

Lo stesso ragionamento può essere applicato alla tecnica. Se la tecnica è la condizione necessaria per realizzare qualsiasi scopo, la tecnica non è più un mezzo, ma il primo scopo, perché in mancanza di questo mezzo tutti gli altri scopi non possono essere realizzati.

Il capitalismo domina la tecnica

Il capitalismo sopravvive perché tende a perpetuare una “scarsità media” relativa delle merci. Una merce non può essere a disposizione di tutti altrimenti non c’è mercato. Ma se manca del tutto, di nuovo, non può esserci alcuna impresa. La merce deve essere mediamente disponibile.

Ma qual è lo scopo della tecnica? Aumentare all’infinito la sua stessa potenza, ovvero la potenza degli strumenti e, di conseguenza, la potenza della razza umana di produrre beni e servizi. Implicitamente, la tecnica ha come scopo quello di ridurre quella scarsità media della quale il capitalismo deve nutrirsi per poter prosperare al meglio.

Capitalismo e tecnica sono in costante conflitto.

Se tutti potessero ottenere ricchezza, la necessità di essere capitalisti cesserebbe, il capitalismo stesso perderebbe il suo senso di esistere, perché il suo senso consiste nella capacità ottenere una quantità di beni, benessere e privilegi che la maggioranza non può permettersi.

La scienza e la tecnica, d’altro canto, vogliono potenziare all’infinito la forza e la conoscenza umana, un progetto di potenza dove il denaro rappresenta, seppure possa sembrare l’opposto in una società abituata a pensare usando uno schema di pensiero inscritto nel sistema economico, come un sostegno, rappresenta in verità una vera e propria barriera limitante.

Facciamo un semplice esempio. Il profitto maggiore non si ottiene costruendo il computer più potente ma un computer di consumo che abbia “mercato” tale da permettere un ritorno economico interessante in un arco di tempo prestabilito. I monopoli de-facto sono un esempio lampante dello scarso interesse da parte delle imprese di “potenziare” un prodotto fintantoché quel prodotto, non avendo concorrenti, è ancora vendibile. La tecnologia, se non fosse limitata da logiche capitalistiche, potenzierebbe all’infinito e senza limitazioni quel prodotto.

In questi complessi giochi di potere del sottosuolo, la tecnica viene strozzata dal capitalismo: si può disporre di ciò che la tecnica ha da offrire in maniera direttamente proporzionale alla quantità di denaro che si può spendere in conformità al mercato vigente.

Possiamo dunque, enunciare un primo teorema generale:

Quando esistono delle forze in contrasto fra di loro, la più potente sottomette le altre forze, utilizzandole come strumenti per raggiungere i propri scopi. Tutti gli eventuali scopi delle forze sottomesse alla forza principale vengono subordinati agli scopi della forza principale.

Attualmente la forza dominante è il capitalismo. Tutte le altre forze sono a esso subordinate. Le conseguenze sono principalmente due:

  1. Il denaro rallenta l’evoluzione della tecnica (sviluppo).
  2. Il denaro non viene utilizzato con lo scopo principale di ottenere il bene della comunità (progresso).

Che il denaro rallenti lo sviluppo massimo della tecnica lo abbiamo appurato. Il secondo punto è ancora più evidente: il denaro non viene quasi mai utilizzato con lo scopo di ottenere il bene della comunità. Anzi, il denaro, siccome necessita del principio dell’esclusività, alimenta il sentimento innato di avidità insito nel cuore degli esseri umani.

Il capitalismo domina la democrazia

Quali sono gli scopi secondari che un potere democratico, per mettere in atto il suo scopo primario (il governo del popolo), dovrebbe promuovere?

Uguaglianza sociale. Benessere generale. Libertà.

Ma il capitalismo deve assolutamente frenare lo sviluppo tecnologico per impedire che metta tutti sullo stesso piano di benessere economico. Ovvero, il capitalismo contrasta con l’affermarsi di uguaglianza e libertà. Non solo: il capitalismo necessita di perpetuare una situazione in cui pochi posseggono la maggior parte del potere e delle risorse, in netto contrasto con i principi democratici. Oggi, un capitalismo sempre più presente e dominante sulla scena politica mondiale, ha modificato il paesaggio globale.

Questo ci porta all’enunciazione di un secondo teorema generale:

Per ottenere ogni scopo è necessario utilizzare un mezzo (il denaro) che si ottiene partecipando in maniera diretta o indiretta ad attività che hanno come scopo primario incrementare la quantità del mezzo stesso (accumulare denaro), che si trasforma, dunque, nel primo scopo.

Il capitalismo (così come il comunismo nelle sue intenzioni filosofiche originarie), nasce come come strumento al fine di rendere prospera la società ma, nel tempo, ha assunto i connotati di un’ideologia oppressiva che, per favorire l’interesse di pochi, costringe la maggioranza a subire quella scarsità media che gli permette la sopravvivenza. Come ci riesce? Assumendo il controllo dello sviluppo tecnico e scientifico e tentando di controllare gli organi preposti all’affermazione della democrazia.

Facciamo un esempio: la Cina, che si definisce comunista, nei fatti è un capitalismo senza freni. Se l’ottenimento del potere e del profitto limita la libertà, la dignità e i diritti degli individui, poco importa, perché questi diritti sono sacrificabili al fine di raggiungere l’obiettivo primario: lo sviluppo economico. Perché in Cina questo fenomeno è più evidente? Perché non sussistendo una democrazia abbastanza forte a far da contrappeso, lo sviluppo economico può prosperare senza impedimenti.

Il capitalismo spinge se stesso ad arginare il più possibile il fenomeno della democrazia per preservare la potenza della sua forza. Dove la democrazia è più debole, il capitalismo è più forte.

Cos’è diventato l’uomo in funzione dell’attuale sistema di valori? L’uomo stesso, la sua dignità e il suo pensiero, hanno perduto consistenza in funzione di ciò che il capitalismo ha bisogno: una macchina per lavorare.

Quando un robot risulta più efficiente di un umano, l’umano viene serenamente sostituito da esso, perché lo scopo “primario” del capitalista non è dare lavoro alle persone, ma massimizzare i profitti.

Gli scopi secondari vengono sottomessi a quello principale. È compito delle altre forze contrastare questo fenomeno, potenziando i propri scopi per sollevarli a un livello più alto rispetto a quelli del capitalismo.

Comprendere il Movimento 5 Stelle

La branca più autoritaria del capitalismo ha preso il controllo, in maniera indiretta o meno, degli organi preposti al governo della società (democrazia), attraverso svariati strumenti politici, soggiogandoli ai suoi voleri. Questa situazione fa sì che i valori della democrazia siano dominati da un valore più forte: il profitto. Questi strumenti, invece di affermare gli scopi democratici come priorità, vengono subordinati all’accumulo del capitale reprimendo l’efficienza del sistema scientifico-tecnologico e tenendo a freno l’affermazione della libertà, dell’uguaglianza e del benessere del popolo, che altro non sono che gli scopi della democrazia.

Come fare a risolvere questa situazione insostenibile?

È necessario trovare il modo di permettere alla democrazia di affermarsi utilizzando i mezzi più potenti a disposizione. Come abbiamo visto, lo strumento supremo che porta alla prosperità e alla ricchezza dei popoli è la tecnica, ovvero il potenziamento della ricerca scientifico-tecnologica che si prefigge come obiettivo implicito il benessere dei popoli.

Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle parlano di natura e di ambiente, valori che non appaiono tanto importanti nel nostro tempo perché il capitalismo non ha alcun interesse diretto a preservare la salute del pianeta.

Se un pedofilo stupra una bambina tutti ne abbiamo istantaneo “rigetto morale”. Ma se un’entità scarica centinaia di migliaia di tonnellate di sostanze nocive nell’ambiente? Cos’è peggio? La salute di un intero pianeta e dell’intera razza umana o la salute di una singola bambina?

“Un’umanità che tratta il mondo, che è la sua casa, come un mondo da buttare via perché non dovrebbe trattare anche se stessa come un’umanità da buttare via?”
Gunther Anders

Se siamo sull’orlo di una crisi è perché il sistema stesso ha generato quella crisi. La prosperità dell’occidente è avvenuta perché un 10% di mondo ha vissuto nel benessere a spese di un restante 90% di mondo che è stato derubato e sfruttato per decenni.

La politica del Movimento 5 Stelle

La politica è, per definizione, l’arte di governare la società.

Facciamo attenzione a non dissipare l’importanza dei vari settori della politica in favore esclusivo della “politica economica”, solo perché viviamo un determinato momento storico di crisi economica.

La crisi economica esiste, ma è ciclicamente inevitabile per i motivi sinora esposti. Come fare a escogitare una ricetta che possa servire a riconvertire e sanare un sistema per sua natura auto-distruttivo?

Queste ricette dovrebbero essere attuate dai partiti politici. Ma c’è un problema: i partiti derivano da ideologie fortemente ancorate al passato. L’ideologia, per sua natura, non ammette altra verità all’infuori di sé stessa.

Un’ideologia non può adattarsi alla realtà dello scenario che la circonda e di conseguenza tenta di adattare lo scenario alle sue esigenze.

Questo è il motivo per cui tutti i partiti tradizionali stentano a identificare un fenomeno come quello dei Cinque Stelle in un contesto che esca al di fuori di quei rigidi schemi generati delle proprie ideologie (populismo, fascismo, comunismo, sinistra, destra, centro).

Prendiamo il programma economico del Movimento 5 Stelle che guarda a un tipo di economia alternativa dove lo scopo principale non sia fare “soltanto” profitto ma incrementare lo sviluppo tecnico a tal punto da spingere il sistema economico a riconvertire tutti i sistemi produttivi verso quelli ecologici (benessere dell’ambiente).

Per mettere in pratica tale programma è necessario prendere il controllo del sistema e anteporre questi obiettivi agli altri obiettivi attualmente predominanti nel panorama politico: profitto e interessi personali.

Ma come riuscirci se gran parte del sistema amministrativo è corrotto dal denaro? Come stabilire nuove regole se gli enti preposti all’emanazione di queste regole sono esattamente quelli che vanno regolamentati?

La risposta storica (e sbagliata) è sempre la stessa: un colpo di Stato.

Da questa necessità nasce l’idea di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio: utilizzare gli strumenti più potenti della tecnologia moderna (come internet), per agganciare le masse e rovesciare il sistema. Ma internet da solo non poteva bastare. Era necessario un aiuto esterno, una crisi (inevitabile) che spingesse le masse a cercare una risposta oltre il sistema dei partiti tradizionali. Solitamente questa insoddisfazione viene agganciata da movimenti di estrema destra o di estrema sinistra (e dunque fortemente ideologici). Nel caso italiano, è stato Beppe Grillo con il Movimento 5 stelle ad approfittare della situazione.

Chi è Beppe Grillo? Un comico, ma prima ancora, un comunicatore. Come tutti i comunicatori prima di lui, è stato capace di attirare l’attenzione utilizzando quei temi populisti che le masse (mediamente ignoranti) hanno potuto fare propri. La differenza fondamentale tra una dittatura e il Movimento 5 Stelle sta, non tanto nel linguaggio, ma nella forma e nello scopo che si prefiggono.

La dittatura persegue come scopo primario l’affermarsi del predominio di un singolo che, spesso, corrisponde allo stesso capo carismatico o ad una élite, la quale per preservare il proprio potere assoggetta la maggioranza. Nel Movimento Cinque Stelle, il capo carismatico che lo guida non può candidarsi e il Movimento per sua natura spinge sé stesso e i suoi attivisti ad allontanarsi il più possibile dal denaro e dal potere del singolo.

Siccome tutti gli strumenti democratici si sono rivelati, finora, vulnerabili alla potenza del denaro, bisognava stabilire degli assiomi fondamentali che non potessero essere messi in discussione.

Pensiamo alle cosche malavitose. Cosa sono se non delle associazioni capitalistiche non autorizzate che, dalla vendita di beni e servizi illegali si pongono come scopo il profitto privato?

Un parlamentare a Cinque Stelle deve essere incensurato, deve rifiutare titoli che facciano riferimento alla dominanza del singolo, deve votare sempre a maggioranza, deve rendere il suo operato di dominio pubblico su internet, compresi stipendi, rimborsi spese e benefit, e soprattutto deve limitare il suo trattamento economico.

Questi assiomi nascono al fine di preservare i principi del Movimento dalla corruzione, e i suoi militanti da inevitabili tentazioni di tipo economico.

Se un giorno questi assiomi venissero elusi o messi in discussione, i portavoce a Cinque stelle sarebbero sedotti e sottomessi da logiche di potere e denaro. Non è detto che ciò non possa accadere, ma l’interesse del Movimento è quello di allontanare questo scenario il più possibile.

Perché se lo scopo del politico è di godere all’infinito dei propri privilegi, il benessere sociale sarà sempre subordinato a questo. Diventa pressoché impossibile che esso possa auto-regolamentarsi poiché sarebbe come chiedere a se stesso di rinunciare allo scopo della propria esistenza.

Dalla democrazia alla tecnocrazia

La democrazia moderna intende essere la potenza, che attraverso alcuni strumenti, possa mettere in pratica delle scelte politiche ottimali. Vivendo in un sistema democratico, al popolo tocca decidere se la democrazia deve cedere allo strapotere e all’efficienza dell’organizzazione capitalistica della società, oppure contrapporsi ad essa spostando il suo focus verso un dominio scientifico e tecnologico.

Bisogna porre l’attenzione su un particolare. L’indignazione morale da parte dei non privilegiati verso i privilegiati, non è spinta da ideali di giustizia o da altri principi morali, ma dal desiderio di partecipare al godimento di quei privilegi. Allo stesso modo, la volontà di partecipare alla vita politica della nazione è raramente spinta da ideali di giustizia e moralità ma, piuttosto, dal desiderio di partecipare al godimento dei privilegi della vita del politico.

Quando Beppe Grillo afferma: “Togliamo i soldi dalla politica, altrimenti la politica diventano i soldi”, il fatto che si tratti di una proposta populista e serva, certo, ad ottenere il sostegno delle masse spinte, loro sì, dalla pura insoddisfazione personale, è assolutamente irrilevante al fine di giudicare le conseguenze della realizzazione effettuale di questa proposta. Eliminando tutti i privilegi, chi decide di interessarsi alla vita politica, verrà molto più facilmente spinto nelle sue intenzioni da logiche diverse da quelle meramente personali.

Quando Beppe Grillo afferma che i partiti sono tutti uguali, intende che sono tutti ugualmente corrotti dalla logica dominante del profitto, senza nemmeno tenere in considerazione le ideologie ormai defunte (“sono morti”) alle quali cercano, consapevolmente o inconsapevolmente, di aggrapparsi. Lo stesso bipolarismo tanto decantato, cos’altro è se non un sottoprodotto arcaico della guerra fredda, cioè di quella contrapposizione fra due ideologie in contrasto fra di loro?

Per tutti questi motivi il M5S non può appoggiare un governo fatto da partiti che nascono da ideologie o candidati votati alla logica dei privilegi, visto che eradicarli è il suo principale scopo fondativo.

Il destino del Movimento 5 Stelle

Uno degli obiettivi del M5S è quello di sminuire il valore del “politico” di professione come baluardo della democrazia spostando l’attenzione verso il “tecnico” meritevole, “dipendente” dello stato e controllato dal popolo.

Questa situazione viene erroneamente denominata “democrazia diretta”. Perché erroneamente? Perché se è vero che un singolo individuo rappresenta un’intelligenza che può essere degna di attenzione, le masse sono un’entità astratta mediamente ignorante per definizione e, per chissà quanti decenni ancora, incapace di competenze specifiche tali da poter decidere autonomamente sui complessi temi della società moderna.

Ciò che viene definita adesso come democrazia diretta, potrebbe essere traslata nei fatti, in caso di una vittoria del Movimento Cinque Stelle, in una forma di tecnocrazia ibrida dove il M5S, più o meno conscio dell’incompetenza media della sua base, tenterà di controllare l’operato governativo di un governo tecnico specializzato, costituito da personalità indipendenti e lontane il più possibile dalle logiche di potere, tentando di ribaltare gli equilibri attuali delle forze da:

Capitalismo > Democrazia > Tecnica

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Tecnica > Democrazia > Capitalismo

Il Movimento 5 Stelle non è che non è ancora pronto per governare, semplicemente governare non è il suo destino finale.

Lo scopo implicito del Movimento 5 Stelle è quello di formare un parlamento di cittadini indipendenti che, prendendo atto della difficoltà nell’elaborare soluzioni ai grandi problemi, dovrà affidarsi a tecnici esperti che possano operare, senza influenze di poteri e lobby (dunque del capitalismo), le scelte ottimali per il bene della comunità.