C’era una volta un sogno, un sogno nel quale le idee dovrebbero prevalere sulle persone. Dove uno vale uno, nel senso che nessuno è insostituibile perché i portavoce dovrebbero essere portatori di ideali e non dei propri interessi personali. In questo sogno, tutto dovrebbe essere trasparente: “chi sbaglia paga e va a casa”, indistintamente.
Questo sogno si chiamava M5S. Ora, affermare “beh, un sogno è sempre migliore dell’incubo” rappresentato dalle alternative, in particolare da Renzi e il suo entourage, anzi troupeau, che fa della bugia e del sopruso il suo pane quotidiano, non funziona quando si fanno i conti con la realtà.
Nella vita non si può vivere di sogni. La realtà, una volta dis-indossate le divise politico/ideologiche che tanti, troppi portano addosso con finto orgoglio e irriverenza, per non dire con ignoranza e cecità assolute è: il PD è un aborto inconcludente nelle mani di un uomo che fa rimpiangere i tempi del governo Prodi, la destra italiana è una barzelletta (non)vivente e il M5S gira in cerchio come un cane, per non dire stupido, che tenta di mordersi la coda, incapace di gestire ogni tipo di problema un attimino più complesso delle litanie imparate a memoria dai roadrunners stellati, come nella più classica tradizione politichese, solcando un sentiero identico a quello di tutti gli altri partiti italiani.
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Tutto questo al netto della stampa di regime e delle dichiarazioni opportunistiche degli avversari politici. Tutti contro la Raggi, però quasi nessuno contro le stesse bugie di Sala su Expo e sull’indagine a suo carico prima di essere candidato a sindaco: del resto per il PD le indagini e le menzogne sono quasi una medaglia al merito.
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Ciò, ovviamente, come chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale ammette – se capace di fuoriuscire dal recinto per bambini in cui si afferma, per giustificarsi: “No gne gne, l’hai fatto anche tu”, “No, brutto, l’hai fatto prima tu”, “Scompa, specchio riflesso” – non assolve il Movimento 5 Stelle dai suoi peccati. Pizzarotti per dire il caso più eclatante, l’apprezzato sindaco di Parma che non ha fatto i guai fatti dalla Raggi in queste ultime poche settimane, voglio ricordarlo, è stato cacciato via a pedate. Egli, rispondendo legittimamente e a tono contro un’illegittima cacciata, è stato trasferito, Dio ci aiuti, in una sorta di posizione limbica in cui tuttora risiede in attesa di risposta da un vertice M5S, ormai dai contorni sfumati, che avrebbe dovuto essere imparziale.
Montanelli aveva ragione: questo è un paese fallito e destinato a fallire. Senza ideali, senza sostanza. Il livello di intelligenza medio è quello che fa dire agli italiani che la redazione di Charlie Hebdo avrebbe dovuto morire sotto i colpi dei terroristi per una vignetta. Un disegno satirico. Una fottuta vignetta, capite? Loro i veri terroristi, attentatori del buon senso.
https://www.youtube.com/watch?v=KBt_mtaU6rs
Politicanti opportunisti e retori dell’ultimora marceranno a passo grosso sui recenti errori del Movimento 5 Stelle. Essi, traendo forza dai fallimenti altrui per rafforzare le proprie patetiche ideologie politiche, diranno: “lo avevamo detto”, mettendosi, per non dire a un livello ancor più basso, allo stesso livello intellettuale del Movimento tanto disprezzato.
La razza umana? Hanno dovuto installare toilette automatiche perché non ci si poteva fidare che la gente tirasse la catena del cesso. Vi rendete conto? Non sanno tirare neanche una catena (cit). Questi sono coloro che hanno pieno diritto di voto, un diritto incondizionatamente concesso loro dalla sacra Costituzione. Questa, dunque, è la democrazia acclamata in tutto il mondo come santo graal della libertà e dell’uguaglianza, una tesi ridicola che già Platone era in grado di smontare ben 2500 anni fa considerandola, a ragione, uno dei mali assoluti dell’umanità.
Per Platone la democrazia assume in maniera del tutto ingiustificata l’uguaglianza degli uomini e rinuncia programmaticamente al principio di competenza. Inoltre essa è destinata inevitabilmente a degenerare nella più terribile delle forme di governo: la tirannide.
– La concezione politica di Platone – Treccani
Ed è inutile affrettarsi ad affermare: “Ah sì? Concretamente cosa vuoi fare? Non c’è speranza nel futuro?”, con il solito atteggiamento e linguaggio cristiano votato all’occulta “speranza”, che significa nulla se non illusione, nel futuro che altro non è se non incertezza per definizione, e non speranza, come afferma di continuo, quasi al limite del nauseabondo, il Presidente del Consiglio Renzi in quasi tutti i suoi melensi e retorici discorsi al populino,
Siamo un paese cattolico, che nella Provvidenza ci crede o almeno ne è affascinato. Il pericolo è questo: gli italiani sentendo aria di provvidenza sono sempre pronti a mettersi in fila speranzosi.
– Indro Montanelli
Immaginatevi cosa potrebbe arrivare a dire o fare un popolo tanto stolto in questioni un attimino più complesse e tecniche. Per quanto riguarda la prima domanda sul “cosa fare dunque”, rispondo tranquillamente: “Boh, estinzione?”, in maniera ironica fino a un certo punto. Perché nel mondo che l’umanità ha creato e che io debbo subire a malincuore, il mio esser inconsueto di pensiero, non importa quanto alto d’animo, di spirito o d’intelletto, vale meno di 2 coglioni analfabeti che, in assemblea riunita, possono farmi fuori in modo assolutamente democratico vincendo 2 a 1.
Una giusta e sana tecnocrazia al posto di questa democrazia fasulla potrebbe essere un buon inizio, ma non vivrei abbastanza per goderne.
Il futuro può benissimo essere l’estinzione della razza umana. Anzi, un giorno molto lontano di un’indefinito futuro, salvo miracoli, per continuare a usare antifone cristiane care agli italici, è ciò che è destinato ad accadere.