Umberto Eco, in un recente incontro a Torino con dei giornalisti, ha dichiarato: «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli».
Quando ha finito di parlare sono partiti gli applausi. Eco sorridendo ha subito ribattuto: «non c’è più religione, neanche una standing ovation». La risposta è stata immediata: tutti in piedi studenti, professori, autorità.
Certo, Umberto Eco è sempre stato un po’ troll. Una volta alla presentazione di un suo libro chiese alla sala: «quanti sono italiani?» – quasi tutti alzarono la mano, «quanti inglesi?» – 5-6 persone la alzarono – «quanti francesi?» – stavolta solo 2 persone alzarono la mano e così iniziò a parlare in francese.
Web e Social Network: sono un effetto collaterale
Il problema che Umberto Eco pone è reale, ma si presenta in realtà sotto forma di effetto collaterale. Che tutti possano avere diritto di parola è bene, anzi un miracolo, non un male. Il problema non è il mezzo (anche se McLuhan direbbe che è proprio il mezzo, perché «il medium è il messaggio») dove gli stupidi si esprimono, ma gli stupidi in quanto tali. Se la maggioranza è fatta di imbecilli, il mondo sarà governato da imbecilli e seguito da imbecilli loro seguaci.
Questo dovrebbe far riflettere sul problema della democrazia, la quale funziona se-solo-se il démos è in grado di decidere sui problemi. Tuttavia allo stato attuale non lo è. In fondo nella grande avventura dell’era della scienza e della tecnologia che l’uomo dovrà vivere per molto tempo ancora, noi siamo più o meno uomini di Neanderthal. E come i Neanderthal, che forse vennero massacrati dall’Homo Sapiens, anche noi potremmo fare la stessa fine: massacrati dall’oltreuomo nietzschiano.
I problemi odierni sono troppo complessi per essere risolti da politicanti persuasori e retori poveri d’intelletto. Per evolvere abbiamo bisogno di comprendere ciò ed elevare il livello scientifico e tecnologico della nostra società all’ennesima potenza, annientare i poteri che attualmente sono limitanti (come la religione e capitalismo) e passare a una piena tecnocrazia. Solo allora l’uomo potrà mettere la conoscenza, lo sviluppo e la cultura prima delle futili cose, come i soldi, che oggi perseguiamo come fossero l’unico scopo della nostra esistenza.