Seduto accanto alla finestra,
occhi rivolti alla luna,
sperando che il ricordo
lasci il suo spirito al più presto.
Lei chiude le porte e le luci
e adagia il suo corpo sul letto
dove immagini e parole scorrono profondamente.
È troppo orgogliosa per tirarsi le lenzuola sulla testa,
allora tranquillamente giace e aspetta di dormire.
Lei fissa il soffitto
e prova a non pensare
e immagina le catene,
sta provando a ricongiungerle
ma quelle sensazioni sono perdute.
E l’acqua non può coprire il suoi ricordi
e le ceneri non possono rispondere al suo dolore.
Dio dammi la forza di prender fiato da una brezza
e chiamare la vita da un gelido corpo di metallo.
Ricoperto di ceneri,
o con il fumo delle fiamme,
con le ali, su, nel paradiso
o qui, steso sul letto:
il palmo della sua mano sulla mia testa,
ora e per sempre accoccolata nel mio cuore
e nel cuore del mondo.