Bob Dylan: Highway 61 Revisited

Questo non è solo uno degli album più belli di sempre; questa è la fonte d’ispirazione per mezzo mondo del rock che verrà; questa è una rivoluzione di stile e contenuti; questa è creatività che rompe gli schemi; questo è uno dei massimi capolavori nella storia della musica moderna. Basta ascoltare alcuni dischi dell’epoca e poi ascoltare Highway 61 Revisited per capire che fra Dylan e gli altri non c’è la distanza di una spanna, ma un abisso. Mentre i Beatles sono appena all’inizio della loro parabola ascendente, i Rolling Stones stanno nascendo, i Beach Boys fanno ancora canzonette vocali, Bob Dylan scrive cavalcate folk rock (inventando il genere) da 5-6 minuti e parabole bibliche da 12 minuti.

Accompagnano Dylan: Kooper al piano, Bloomfield alla chitarra. “Like a Rolling Stone” è un capolavoro con protagonista Kooper all’organo. “Tombstone Blues” è un capolavoro con protagonista Bloomfield alla chitarra. E fra le spirali cowboyesche e inquisitorie di “Ballad of a Thin Man” e le note suadenti di “Queen Jane Approximately“, arriviamo fino alla fine del disco per dire ancora una volta: “Desolation Row” è un epico poema rock, un capolavoro. Punto. Ecco la parola per descrivere questo album: capolavoro. Graffiante, rivoluzionario, poetico, imprescindibile.