Village Fugs (noto anche come First Album) è il primo disco di una band dimenticata ma fondamentale. Musicalmente figli diretti della beat generation, se ne andavano in giro a strimpellare nei locali underground dell’america perbenista. In un’epoca dominata da classifiche pop-rock, sperimentavano e mescolavano varie sonorità, R&B, rock, folk e cantavano di temi sociali e politici. Anticiparono il punk e come le prime vere punk band, non sapevano suonare un accidente.
Ed Sanders, attivista politico della sinistra radicale americana guida questi poeti intellettuali disgustati e disgustosi. L’album è stato suonato quasi tutto in un’unica sessione di tre ore ed è evidente; possiamo anche scorgere collaudi d’avanguardia come in “Swinburne Stomp“. Il sound dell’intero album è sporco, i testi estremamente sfacciati. I Fugs erano sporchi e cattivi, non come maschera estetica, ma nell’animo; volevano essere gli anti politically-correct per eccellenza. A loro interessava essere freak e parlare di politica, senza avere la minima intenzione di vendere dischi, ma di provocare una reazione. Questa filosofia è di fatto il motore che innescherà le garage band dell’epoca e il futuro punk underground.