Star Wars: Episodio VII – Il risveglio della forza Spoiler Free? No, ma c'è poco da spoilerare

La fotografia cinematografica brillante, con picchi di esaltante dinamicità come quelli raggiunti durante il primo inseguimento con il Millennium Falcon, gli effetti visivi vibranti e sfavillanti come mai visto prima d’ora in un film di Guerre Stellari, la profondità degli animatronics  e l’ambientazione in uno dei più maestosi universi mai concepiti dalla mente umana, non può distogliervi dall’angosciante e dolorosa presa di coscienza che l’intera pellicola è solo un contenitore, con poche idee e tanto copia-incolla dalla vecchia trilogia.

Abrams e i suoi co-sceneggiatori, in preda a un’enfasi creativa senza precedenti hanno ben pensato di continuare le vicende immaginate da Lucas… Senza continuarle. Remake? Con un titolo del genere avrebbero mostrato rispetto ma ottenuto molte più critiche e minori incassi. I fan dovrebbero sentirsi presi in giro di fronte a un Episodio VII con una sceneggiatura così vacua e contraffatta.

Parliamo di queste idee geniali. “La morte nera”. La conosciamo bene: è uno dei marchingegni iconici della serie. Ritorna come “La morte nera 2” ne Il Ritorno dello Jedi. D’accordo, un’idea riciclata dallo stesso Lucas, ma d’impatto. Dopo 40 anni e centinaia di milioni di dollari cosa ha partorito Abrams: “La morte nera 3: la mega-vendetta”. Più grande perché è stata integrata in un pianeta. Per questo, dovrebbe essere individuabile più facilmente , ma la Repubblica dorme sogni tranquilli mentre l’Impero (ancora) si ricostituisce sotto la nemesi del Primo Ordine, governato da un imperatore galattico (ancora) che ha un apprendista che, indovinate? È il figlio (ancora) di Han Solo. Ci mancava solo che Harrison Ford, su una piattaforma sospesa, dicesse vicino a Kylo Ren: “Io sono tuo padre” nella scena in cui si incontrano prima che uno dei due cada nel vuoto. Oh wait!

In compenso Kylo Ren sembra un villain immaturo ma carismatico e tormentato da debolezze umane con le potenzialità per non sfigurare accanto a Dart Fener.

Personaggi storici come Leia sono soltanto decorativi e Han Solo ha perduto il carisma di un tempo. Non lo nasconde: «Sono Han Solo, o almeno lo ero», afferma una volta tornato a bordo dell’amato Millennium Falcon.

Lo sceneggiatore continua a prendersi gioco del pubblico durante il briefing dell’attacco alla Morte Nera 3: «Entriamo e la distruggiamo: hanno sempre un punto debole», dice Han sorridendo. Eh sì, lo hanno sempre un punto debole; ormai distruggere morti nere è diventato un lavoro a tempo pieno.

La presa in giro continua quando si manifesta il potere di Rey (Skywalker?).

Dart Fener (o Darth Vader), al secolo Anakin Skywalker, il più forte Jedi di tutti i tempi, colui indicato della profezia sacra come l’uomo che riporterà equilibrio nella forza, concepito direttamente dai Midi-Chlorian nell’utero della madre vergine e allevato sin da piccolo dal consiglio degli Jedi dopo esser stato trovato da Qui-Gonn su Tatooine, dopo un decennio di allenamento riesce a padroneggiare a malapena la forza. Identica storia per Luke Skywalker che riceve un addestramento prima da Ben Kenobi e poi dal potente maestro Yoda su Dagobah.

Pfff: due nullità. Rey, vissuta per tutta la sua vita come reietta su un pianeta di pezzenti, viene catturata e dopo pochi minuti manipola la mente dei suoi nemici. Kylo Ren, addestrato come Jedi sin da piccolo da Luke Skywalker e poi successivamente dai Sith, un uomo che padroneggia la forza con una violenza distruttiva di rara intensità, soccombe sotto i colpi di una ragazzina che non ha mai impugnato una spada laser in tutta la sua vita e priva di qualsiasi addestramento e padronanza della forza.

Il figlio di Lucas, Jett, ha spiegato al Guardian che suo padre era «molto afflitto» per aver venduto i diritti del franchise, pur avendo contribuito alla scelta di Abrams come regista, ma che era a disposizione per aiutare. Nel gennaio del 2015 tuttavia, lo stesso Lucas ha rivelato che la Disney non ha utilizzato nessuna delle sue idee per il film.

Adesso capiamo i motivi della sua afflizione. Lucas non avrebbe voluto rendere oggetto di sberleffo il suo universo.

«Star Wars is about people, not spaceships»
George Lucas

Sono presenti citazioni e spunti intelligenti, come la scena tra Leia e Rey, la scena della riattivazione di R2-D2 (scontata, ma efficace). Almeno il futuro (al quale però non ho alcun desiderio di assistere) è in discesa, perché peggio di così è difficile fare. In definitiva, questo film aggiunge davvero poco al panorama iniziale e scimmiotta spudoratamente, sconfinando nel plagio, il lavoro di Lucas, tanto che i lati positivi, nel quadro generale, appaiono come macchiette.

Episodio VII non brilla di luce propria, ma di luce riflessa e artificiale. Sottraendo le idee già partorite da Lucas e scimmiottate in malo modo da Abrams, rimane solo un seducente contenitore senza contenuto che non ha nulla da aggiungere a ciò che già era stato detto.